Skip to main content

Funerale Buddhista: come si svolge e come averlo in Italia

Il funerale buddhista, per quanto non tradizionalmente presente nel nostro Paese, sta invece diventando sempre più comune.

Sono infatti numerose le persone si avvicinano alla fede buddhista e che quindi decidono di ricevere un funerale di questo tipo, che presenta importanti differenze rispetto al funerale cattolico e al funerale ebraico.

A questo proposito, è necessario precisare un punto fin da subito: non tutti gli elementi tipici di un funerale buddhista (che analizzeremo poi più nel dettaglio) possono essere eseguiti e riprodotti in Italia. Questo perché il loro svolgimento risulta in contrasto con le leggi e le normative del nostro Paese.

Ciononostante, un funerale con rito buddhista può essere svolto comunque, purché adattato a quanto previsto dalla legge italiana.

In particolare, la celebrazione di esequie buddhiste è stata sancita in Italia con la Legge 130 del 28 giugno 2016, realizzata insieme all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai.
Questa legge è incentrata principalmente sull’accordo fra due punti:

  • Il rispetto di quanto tradizionalmente eseguito in un funerale buddhista.
  • Il rispetto, allo stesso tempo, di quanto previsto dalla legge italiana, specialmente in termini di sicurezza e conservazione della salma.

Uno dei punti maggiormente discussi, infatti, è quello che prevedrebbe secondo la tradizione buddhista che la salma rimanga esposta al sole per un tempo variabile di 48-72 ore. Per ragioni igieniche, questo elemento non può essere riproposto nel nostro Paese.

La legge 130 sancisce quindi la possibilità di esporre comunque la salma, ma all’interno di un sarcofago refrigerato e per un periodo più breve.

Un altro elemento preso in considerazione dalla legge è quello che regola la possibilità di inserire nei cimiteri italiani un’area destinata alla sepoltura secondo il rito buddhista.

Qualora non si proceda con la sepoltura ma si preferisca optare per la cremazione, la legge certifica inoltre che l’Istituto Soka Gakkai può agire da depositario delle dichiarazioni individuali in merito. Questo significa che, così come la cremazione in un funerale di qualsiasi altro tipo deve essere certificata da una volontà scritta del defunto rilasciata presso enti riconosciuti, allo stesso modo la dichiarazione per il rito buddhista deve essere rilasciata presso l’Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai.

Svolgere un funerale buddhista in Italia è quindi possibile, purchè vengano rispettati questi elementi.
Vediamo nel dettaglio come si svolge un funerale buddhista, e quali sono i momenti che lo compongono.

 

Come si svolge il funerale buddhista

Abbiamo già visto come, secondo quanto previsto dalla legge italiana in materia di trattamento del corpo dei defunti, non tutti gli elementi del funerale buddhista possono essere riprodotti nel nostro Paese.

Il funerale buddhista si articola infatti in una serie di passaggi rituali. Questi passaggi ricordano per alcuni aspetti quanto avviene in funerali celebrati con riti diversi: è presente un momento di contemplazione e riposo della salma, una fase di pulizia e vestizione, la celebrazione del rito delle esequie vero e proprio e, infine, la collocazione della salma nella sua destinazione finale.

Tuttavia, il funerale buddhista presenta, come è facile immaginare, peculiarità ed elementi proprio per ciascuno di questi momenti.

 

Esposizione del corpo

In particolare, la tradizione buddhista prevedrebbe che il corpo venga lasciato esposto al sole per un periodo di circa 2-3 giorni. Durante questo periodo la salma non deve essere toccata, in modo da favorire la fuoriuscita dell’anima dal corpo. Questo momento di attesa è giustificato dal fatto che, secondo il buddhismo, lo spirito vitale rimane per qualche tempo all’interno del corpo anche dopo la morte. Occorre quindi attendere qualche giorno per rendere possibile la sua fuoriuscita a tutti gli effetti.

In Italia, come abbiamo già illustrato, questo passaggio non può essere eseguito in questo modo, in quanto in contrasto con le vigenti norme igieniche e in merito al trattamento dei cadaveri.

Tuttavia, è possibile eseguire questo passaggio per un periodo più breve, e curando di collocare il corpo all’interno di appositi sarcofagi refrigerati che consentano una migliore conservazione del corpo dopo la morte.

 

Pulizia e vestizione del defunto

Dopo il periodo di esposizione, la salma viene detersa e preparata per il rito. Questa fase viene officiata da un sogiya, un monaco specializzato in questa tipologia di riti e che spesso lavora in cooperazione con l’impresa funebre che gestisce questa tipologia di richieste.

Il monaco è, oltretutto, l’unica persona coinvolta in questa fase per cui sia previsto un abito particolare – l’abito del sogiya è infatti una veste rituale, che riporta simboli liturgici e religiosi.

Gli altri partecipanti, invece, non sono tenuto a indossare una specifica tipologia di abito. Solitamente, però, si richiede che quanto indossato sia molto semplice e di colore bianco.

Nella tradizione buddhista, infatti, il bianco (e non il nero) è il colore del lutto.

Di colore bianco è anche lo shinishozoku, abito tradizionale giapponese indossato in passato dai pellegrini in viaggio. Questo stesso abito, proprio per questo conosciuto come “abito del viaggio”, è quello fatto indossare alla salma in funerali buddhisti eseguiti in Giappone.

I familiari sono inoltre responsabili di altri due elementi centrali nella celebrazione di esequie secondo il rito buddhista:

  • Accendere l’incenso, come simbolo di offerta e svuotamento della mente.
  • Fare una donazione ai poveri a nome del defunto.

 

Posizionamento del corpo e veglia

La salma deve poi essere messa in posizione dormiente o fetale – cioè, di lato, con le gambe rannicchiate e le mani giunte sotto alla guancia. Questa posizione rappresenta per il defunto il ritorno al grembo materno, oltre a riprendere la posizione dormiente in cui il Buddha stesso è spesso rappresentato.

A questo proposito, è opportuno ricordare che, dal momento che la legge italiana prevede l’obbligo di feretro, questa posizione difficilmente può essere mantenuta al suo interno, e la salma deve quindi essere collocata in una posizione differente.

Sul petto si è poi soliti collocare un coltello, di cui in defunto dovrà poi servirsi per difendersi dagli spiriti maligni.
In alcuni casi, il corpo è poi ricoperto da un leggero telo, anch’esso bianco.

La salma viene poi vegliata diverse ore (spesso una notte intera), mentre il monaco recita preghiere e i familiari si occupano del mantenimento dell’incenso e dei ceri.

Alla fine di questa fase, la salma può essere collocata nella bara.

 

Collocamento nel sarcofago

Infine, la salma viene collocata all’interno della bara. Si tratta solitamente di una bara di legno semplice, non verniciato. In Asia è molto apprezzato il legno di cipresso per realizzare la bara.

Cosa si mette nella bara del defunto? Così come per i funerali cattolici, anche nel caso di funerali buddhisti nel sarcofago vengono inseriti oggetti legati al defunto e a motivi religiosi. In questo caso, è molto comune inserire un rosario buddhista, formato da 108 grani.

In altri casi nell’interno del sarcofago vengono inserite due bamboline, pensate per accompagnare e proteggere il defunto. Questo elemento è vivo soprattutto in Cina.

 

Celebrazione del rito

Il rito viene celebrato da un monaco, all’interno della sala in cui siano presenti anche familiari e amici. In via eccezionale, in caso di assenza di un monaco, uno di essi può sostituirlo nella celebrazione.

La cerimonia in questo caso è composta dalla lettura di alcuni testi sacri e preghiere, così come da alcuni appelli diretti del celebrante.

 

Sepoltura nel funerale buddhista

Per quanto il buddismo preveda entrambe le modalità, sepoltura e cremazione, tradizionalmente la maggior parte dei funerali buddhisti si conclude con una cremazione.

Abbiamo visto che, in Italia, è la Legge 130 del 2016 a sancire le modalità in cui questo deve avvenire, prevedendo anche che all’interno dei piani regolatori dei cimiteri italiani possano essere previste aree destinate alla sepoltura secondo il rito buddhista.

 

Cremazione nel funerale buddhista

La cremazione è senza dubbio da soluzione più adattata dai credenti di fede buddhista.

Una particolarità del buddhismo è quella per cui, in seguito alla cremazione, non è prevista la dispersione delle ceneri – queste vengono piuttosto conservate in apposite urne.

In alcuni Paesi è inoltre possibile che, al termine della cremazione, i familiari utilizzino particolari bacchette rituali per prelevare una piccola porzione delle ossa del defunto, da conservare separatamente al resto delle ceneri.

In Italia questa non è un’opzione percorribile – in ogni caso, anche questi piccoli frammenti dovrebbero essere sottoposti alle medesime limitazioni che riguardano alla conservazione delle ceneri in materia di igiene.

 

Leave a Reply

Call Now Button