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Riesumazione cadavere, che cos’è e dopo quanti anni va effettuata?

Seppellire una persona cara non è mai facile. È un dolore che, purtroppo, può capitare che si debba affrontare almeno una volta nella vita. Una volta concluso il funerale e tutte le funzioni a esse legate, si vorrebbe non dover più avere a che fare con la burocrazia cimiteriale.

Tuttavia, può accadere anche che, a distanza di anni, sia necessario procedere con la pratica della riesumazione del cadavere. Essa viene anche detta dissepoltura, estumulazione o esumazione, a seconda dei casi. Consiste nell’esumare, e quindi nell’estrarre, il feretro con il corpo della persona estinta dal suo luogo di riposo, sia esso un loculo o una sepoltura in terra.

La riesumazione di un cadavere è qualcosa che avviene più di quanto si pensi, anche se non sempre se ne parla. Gli esperti del settore sono abituati ad affrontare queste situazioni e, di conseguenza, sapranno gestirle al meglio, fornendo aiuto e supporto ai familiari.

In che cosa consiste la riesumazione del cadavere, e, soprattutto, dopo quanti anni è obbligatorio farla? Vediamolo nel dettaglio con questo articolo.

 

Riesumazione cadavere, la burocrazia

Come per tutti gli avvenimenti di questo tipo, anche la riesumazione del cadavere ha una sua burocrazia che va rispettata e seguita. Se si parla di riesumazione ordinaria, il Comune è tenuto ad avvisare per tempo e con il dovuto anticipo i familiari superstiti del defunto. In questo modo, potranno decidere se essere presenti durante l’evento, o se incaricare l’agenzia di pompe funebri di occuparsi delle pratiche, senza assistere al procedimento.

La comunicazione avviene tramite posta nel caso dei familiari diretti della persona estinta. È possibile che il Comune preveda anche la presenza di affissioni pubbliche, presso gli ingressi del cimitero, affinché anche i cittadini siano avvisati.

Se i familiari optano per la conservazione dei resti ossei della persona estinta, devono presentare l’apposita domanda di conservazione entro l’inizio delle operazioni di esumazione. In generale, tutti i documenti che riguardano la riesumazione della salma vanno presentati agli uffici del Comune in cui è sepolta la salma. I documenti richiesti vengono gestiti dall’ufficio di Stato civile comunale, o dall’ufficio dei servizi cimiteriali.

I lavori veri e propri per la riesumazione del cadavere hanno inizio di norma una volta trascorsi novanta giorni dalle affissioni pubbliche e dalla comunicazione ai familiari. Poiché si tratta di pratiche non sempre agevoli e, di certo, non piacevoli per i familiari, è possibile richiedere l’assistenza delle pompe funebri, in modo che possano prendere in carico gli aspetti burocratici.

 

In che cosa consiste la riesumazione del cadavere

In che cosa consiste nella pratica la riesumazione del cadavere? Quando la salma è considerata del tutto decomposta ed è avvenuta quindi la mineralizzazione, si procede alla riesumazione della bara. Essa viene estratta dal terreno in cui riposava, o dal loculo. A quel punto i resti ossei vengono spostati in una cassetta di zinco, dalle dimensioni inferiori rispetto al feretro.

Successivamente a questa fase, i parenti possono decidere se spostare i resti in un altro loculo, se ne possiedono uno, lasciare ch’essi risiedano nell’ossario comune, oppure preferire l’opzione della cremazione. Le pratiche per la riesumazione del cadavere sono di norma effettuate durante i mesi meno caldi dell’anno, in modo da non andare incontro a disagi e problemi igienico – sanitari.

Può capitare che non vi siano familiari superstiti dell’estinto, oppure che la famiglia non sia interessata a occuparsi delle pratiche di riesumazione. In queste eventualità, la riesumazione viene effettuata in ogni caso, e i resti ossei della persona scomparsa restano conservati per un breve periodo in una cassetta apposita. In seguito, se non reclamati, i resti vengono spostati nell’ossario comune.

Davanti a qualunque dubbio, gli addetti alle pompe funebri sono pronti ad assistere i familiari e i congiunti della persona estinta, per aiutarli in ogni momento.

 

Riesumazione della salma, dopo quanti anni avviene dalla sepoltura?

È importante sapere che la riesumazione di un cadavere è una pratica comune e che, di conseguenza, avviene spesso, secondo tempi ben scanditi. Nonostante non sia quindi un pensiero a cui ci si rivolge con piacere, non è nulla di anomalo o poco frequente.

In genere, la riesumazione della salma avviene tra i dieci e i venti anni dal decesso della persona estinta, ma vi sono delle eccezioni. È bene sapere, infatti, che esistono due tipi di riesumazione, vale a dire quella ordinaria e straordinaria.  Vediamo in che cosa consistono.

Riesumazione ordinaria

Si parla di riesumazione del cadavere ordinaria quando essa coincide con la scadenza della concessione cimiteriale. Tale concessione, di norma, scade a dieci o a trent’anni dalla sepoltura dell’estinto, a seconda del tipo di tumulazione che è stata fatta.

Se la persona venuta a mancare è stata sepolta nel terreno, infatti, si parla di esumazione ordinaria, e avviene a dieci anni o poco più dal processo di tumulazione.

Nel caso si sia in possesso di un loculo, e sia esso il luogo di riposo dell’estinto, si parla invece di estumulazione ordinaria. Il periodo di concessione di un loculo è, di norma, di trent’anni.

In entrambi i casi sopra citati, quando arriva il momento della riesumazione della salma, gli addetti del settore provvedono a esumare la bara dal terreno, o dal loculo, dove essa era contenuta. Questa pratica, la cui idea può creare disagio nel pensiero comune, è un evento di prassi e necessario a creare maggiore spazio all’interno del cimitero.

Riesumazione straordinaria

In alcuni casi la riesumazione del cadavere può avvenire prima dei tempi previsti dalla legge e non è necessario aspettare dieci anni. In questo caso si parla di riesumazione straordinaria.

Essa avviene solo in determinate circostanze, quali la decisione dei parenti del defunto di avvalersi del processo di cremazione, o il desiderio di spostare i resti della persona estinta in un luogo di sepoltura differente.

La riesumazione straordinaria avviene anche quando ve ne è la necessità in caso di procedimento giudiziario, di autopsia o per accertamenti di varia natura. Se questa è l’occasione, si rende obbligatoria la presenza di un medico legale.

 

Chi paga per la riesumazione della salma

La riesumazione del cadavere comporta in ogni circostanza delle spese da affrontare. Nel dettaglio, si tratta di tutte le operazioni che hanno a che fare con la riesumazione stessa della salma, quindi esumazione, cremazione dei resti, deposizione dei resti in un loculo oppure in un ossario.

Nel costo completo della riesumazione sono comprese la tassa per l’esumazione, la tariffa dei Diritti d’Agenzia, il prezzo della cassetta utilizzata per i resti, e le spese dell’assistenza cimiteriale.

Passati gli anni legali che prevedono che la salma resti nel luogo di sepoltura, la riesumazione è prevista per legge. Di conseguenza, le pratiche appena citate possono essere in taluni casi gratuite. Non vi sono spese a carico se si parla dei resti di una persona indigente oppure se la famiglia è in uno stato di bisogno. Allo stesso modo, le pratiche risultano gratuite nell’eventualità in cui non vi sia interesse, da parte dei familiari superstiti, nei confronti dell’estinto.

In media, per la riesumazione ordinaria di una salma, sia essa esumazione o estumulazione, si parte da una spesa minima di duecento euro, fino ad arrivare ai cinquecento. È sempre bene contattare l’agenzia funebre, per vagliare ogni possibilità e per esporre ogni dubbio. Gli esperti del settore sono sempre a disposizione dei familiari.

Riesumazione straordinaria, i costi

A differenza della riesumazione del cadavere ordinaria, quella straordinaria risponde a esigenze differenti ed è a carico del richiedente. Di norma, il richiedente è un famigliare che opta per la cremazione dei resti del defunto, o per lo spostamento dei suddetti resti.

Per un’esumazione di tipo straordinario, le spese, comprensive di tutti i documenti burocratici, possono aggirarsi sui mille euro, per arrivare fino a mille e cinquecento.

 

Riesumazione del cadavere, conclusioni

L’esumazione di una salma è una pratica di cui non si parla mai volentieri, poiché porta con sé ricordi dolorosi e costringe i familiari a fare i conti con il tempo che passa. Tuttavia, la riesumazione del cadavere di una persona venuta a mancare è una pratica comune e necessaria al fine di garantire a ciascuno una degna sepoltura.

Essa avviene dopo dieci, oppure trent’anni, dalla scomparsa della persona. Nel caso si parli di riesumazione straordinaria, può avvenire anche prima del tempo previsto.

Il feretro dell’estinto viene prelevato dalla sua locazione, sia essa in un loculo oppure in un terreno. Nel primo caso si parla di estumulazione, nel secondo di esumazione. Una volta effettuato questo processo, gli addetti dei servizi cimiteriali provvedono a spostare i resti ossei in un ossario comune, oppure in un loculo posto in un luogo differente, se la famiglia ne possiede uno. In alternativa, è possibile procedere anche con la cremazione.

Queste pratiche hanno, in ogni caso, dei costi da affrontare e che sono a carico del richiedente, salvo eccezioni, come una persona indigente oppure una famiglia che non possa affrontare le spese.

Poiché questo procedimento porta sempre con sé sentimenti ed emozioni dolorosi, è possibile affidarsi a un’agenzia di pompe funebri, che sarà sempre al fianco dei familiari per aiutarli al meglio. Per richiedere assistenza immediata, clicca qui.

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