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Epigrafe, cosa scrivere e cosa significa

Quando ci si ritrova ad affrontare un evento doloroso come un lutto, è fin troppo facile perdersi nel dedalo delle pratiche necessarie da completare. È un momento difficile, in cui si è disorientati e le proprie priorità passano in secondo piano. Infatti, l’organizzazione di un funerale è, di norma, una procedura veloce e che lascia frastornati. Per questo, è sempre bene affidarsi ad esperti che si faranno carico di ogni passaggio, problematica e necessità, in modo da non gravare sulla famiglia e sulle persone care della persona estinta.

Tra le varie incombenze che ci si ritrova a dover affrontare si trova la scelta dell’epigrafe. Questo termine, non sempre conosciuto, identifica un’iscrizione che viene collocata sulla lapide di chi è scomparso, o su un qualunque supporto che possa contenere il testo. Si possono utilizzare marmo, pietra, terracotta, o addirittura metallo.

Si parla di epigrafe anche nel caso del supporto su carta, quando si ha a che fare con i manifesti funebri che si appendono per dare notizia della scomparsa, o con la foto della persona cara, spesso lasciata come ricordo. È un modo per esprimere a parole il proprio cordoglio. I famigliari e le persone vicine alla persona deceduta la utilizzano come ultimo messaggio, come espressione delle proprie emozioni, o come un modo per ricordare chi è venuto a mancare. Di seguito, vedremo insieme cosa scrivere nell’epigrafe.

 

Epigrafe, chi si occupa di scriverla

Trovare le parole giuste per ricordare qualcuno non è mai facile. Gli incaricati delle pompe funebri domandano sempre ai famigliari, o alle persone care, quale messaggio si desidera venga scritto nell’epigrafe della persona scomparsa. Tuttavia, non è affatto semplice, in un momento doloroso e complicato quale è il lutto, riuscire a elaborare un pensiero che, in poche parole, possa esprimere le emozioni e l’affetto che si vogliono comunicare.

Per questo, le pompe funebri hanno un proprio archivio di frasi e parole da poter utilizzare per l’epigrafe, proprio per alleggerire il peso che la famiglia deve affrontare in quel particolare momento. In alcuni casi, se la persona estinta era preparata a questo momento, potrebbe aver lasciato scritto ciò che desiderava rimanesse sulla propria lapide, come un ultimo saluto ai propri cari, o un’ultima parola. Questo potrebbe rendere l’epigrafe meno personale, ma è una scelta del tutto soggettiva e che si deve affrontare da soli, senza che vi sia giudizio da parte di nessuno.

 

Epigrafe, alcuni esempi celebri

Per fare capire meglio quale sia il significato di epigrafe, in che cosa essa consista, e cosa è possibile scrivere, riportiamo alcune citazioni da lapidi e tombe di alcuni tra i personaggi più famosi nella storia.

A memoria di Alessandro Magno, il condottiero, venne scritto: “un sepolcro basta a colui a cui non bastava il mondo”, a ricordare il suo desiderio di conquista.

Per commemorare Camillo Benso Conte di Cavour, vi è una scritta che recita: “Sono figlio della libertà, e a lei devo tutto ciò che sono.”

Si possono dedurre quindi alcune indicazioni su cosa scrivere nell’epigrafe. Essa può essere presa da un discorso diretto della persona estinta, oppure una frase per commemorare le sue qualità, o ancora le sue gesta.

 

Epigrafe, quali temi usare

In genere, un’epigrafe funeraria è breve, essendo disponibile uno spazio limitato. Tuttavia, in alcuni casi, se il supporto lo consente, è possibile utilizzare frasi più lunghe.

Tra i temi che sono sempre adatti a questo genere di iscrizioni si trova, naturalmente, l’espressione dell’affetto verso chi è scomparso. Citiamo, per esempio, una delle frasi più utilizzate, ovvero: “Sempre nei nostri cuori”.

Tra le varie citazioni che spesso ritroviamo, non mancano alcuni passi presi dalla Bibbia e dal Vangelo, scelte soprattutto dai credenti per trovare conforto dopo il lutto. Per esempio, è possibile utilizzare una frase di Matteo, 5:8, vale a dire: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.”

È possibile scegliere anche una citazioni preferite del defunto, oppure una frase tratta da uno dei suoi libri preferiti, o da una delle canzoni più ascoltate.

Alcune persone decidono di scrivere di propria mano l’epigrafe. Questo è un gesto sempre intimo, di grande impatto e di grande bellezza. Si tratta infatti di tradurre a parole quello che si prova per la persona che non è più con noi. Per farlo non è necessario di certo essere scrittori, ma solo capire ciò che si desidera resti impresso nel marmo, in modo che tutti possano leggerlo.

Se si desiderano epigrafi più lunghe o complesse, è bene accordarsi con gli impresari delle pompe funebri, in modo che possano capire come svolgere il lavoro al meglio e, in caso, offrire e consigliare alternative.

Quale che sia la scelta, l’epigrafe resta una decisione soggettiva, personale e delicata. Solo le persone coinvolte possono avere l’ultima parola, e non si deve esprimere giudizio. Noi delle Onoranze Funebri Motta siamo sempre disponibili per offrire i nostri consigli: clicca qui per contattare la nostra agenzia.

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