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Quando si parla di cimiteri o di luoghi dediti alla sepoltura e alla commemorazione dei defunti, ogni parola viene accompagnata da rispetto e commozione. Questo perché per l’essere umano è spontaneo ricordare con devozione e affetto i propri cari venuti a mancare. Per questo l’idea della profanazione tombe risulta deplorevole, sacrilega e agghiacciante.

Profanare dei luoghi di sepoltura vuole dire mancare di rispetto a chi è venuto a mancare e ai suoi famigliari superstiti. Si ha l’idea infatti che chi viene a mancare debba riposare in pace, e un atto come quello della profanazione delle tombe annulla e distorce questa speranza e auguri.

Si tratta inoltre di una vera e propria distruzione del suolo pubblico, e per tanto questo tipo di azione non può restare impunita.

Vediamo in che cosa consiste la profanazione delle tombe, di quale reato si tratta e quali sono i rischi.

Profanazione tombe, che cos’è

In termini tecnici, la profanazione tombe è un atto di natura strettamente violenta e sacrilega che prevede di arrecare danno a un luogo di sepoltura. Si parla, per esempio, di strappare e gettare i fiori presenti su una tomba, oppure di distruggere una lastra o una lapide. Oppure, ancora, di arrivare a scavare all’interno della zona di sepoltura, o aprire il loculo.

Il desiderio di furto è spesso alla base di questi atti, nel tentativo di trovare magari oggetti e metalli preziosi all’interno dei loculi o delle tombe. In alternativa, c’è chi trova piacere nel farlo per l’atto di trasgressione che rappresenta, o per dare vita a un crimine d’odio.

In qualunque caso, il gesto risulta essere tra i più sacrileghi agli occhi della pubblica opinione, proprio perché avviene in un luogo dove si pensa e spera che i nostri cari possano riposare.

Per questo, un simile reato è punito dalla legge e non passa inosservato.

Reato di profanazione tombe, quali rischi

Per quanto riguarda le legge italiana, il reato di profanazione tombe è regolamentato dall’art. 408 del codice penale, che sottolinea che “chiunque, in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura, commette vilipendio di tombe, sepolcri o urne, o di cose destinate al culto dei defunti, ovvero a difesa o ad ornamento dei cimiteri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”.

L’articolo 408 fa capire che quando si parla di profanazione tombe e vilipendio non ci si riferisce solo a loculi, lapidi, o sepolcri, ma a tutto ciò che concerne il mondo cimiteriale. Tra questi elementi si trovano per esempio le urne, gli ornamenti, o anche solo i fiori che vengono deposti sul luogo di sepoltura. Ancora, si parla dei manifesti, delle mura del cimitero, dei candelabri o i cancelli del cimitero stesso, delle cappelle di famiglia e di molto altro ancora.

Inoltre, l’articolo 408 sottolinea che questi atti non sono considerati un crimine solo se avvengono all’interno di un cimitero, ma sono tali in qualunque luogo si trovi una tomba. Lì dove vi è un ossario o dove è stato deposta una salma, se vi è vilipendio, si considera reato.

Cosa fare in caso di tomba profanata

Nessuno vorrebbe mai trovarsi ad affrontare un avvenimento simile ma talvolta questo accade. Nel caso ci si trovi di fronte a un atto di violenza come quello della profanazione tombe, la famiglia superstite della persona scomparsa deve sporgere denuncia. Per questo deve contattare le autorità competenti, denunciando un atto di profanazione tombe e vilipendio, e per violazione del rispetto che si deve ai defunti.

In seguito, una volta svolte le pratiche, è possibile chiedere la riparazione del danno. Di questo si occupa di norma il Comune, in quanto titolare del cimitero. Il Comune provvede quindi a ripristinare la sepoltura danneggiata e a pulire il luogo.

Un evento simile è sempre traumatico e causa grande sconforto e preoccupazione. Per questo è sempre opportuno contattare dei professionisti del settore per capire il modo migliore in cui agire, assicurandosi di non essere da soli nel procedimento.

Profanazione tombe famose in Italia

L’Italia non è esente da diversi atti di profanazione tombe che nel corso degli anni si sono purtroppo verificati. Ci si augura sempre che questo non accada e che non si debba mai parlare di simili atti, che tuttavia avvengono per ogni genere di motivo.

In particolare, al di là dei reati di profanazione di tombe che avvengono per motivi di denaro e di ricerca di oggetti preziosi, diversi sepolcri sono presi di mira per via della loro fama. Vediamone alcuni.

Profanazione tomba di Mike Bongiorno

Tra i casi più famosi in Italia di profanazione tombe c’è quello che riguarda la salma di Mike Bongiorno, il noto conduttore televisivo.

Il conduttore scomparve l’8 settembre 2009. In seguito ai funerali di Stato, Mike Bongiorno venne tumulato nella tomba della propria famiglia presso il cimitero di Dagnente, una frazione del comune di Arona, nonostante il comune di Milano avesse offerto un sepolcro nella cripta del famedio del Cimitero Monumentale di Milano.

Tuttavia, il 25 gennaio del 2011 delle persone ignote trafugarono la salma del conduttore televisivo. Sembra che l’operazione venne attuata da criminali esperti, che spezzarono la lastra del loculo della tomba della famiglia Bongiorno e caricarono la bara su una macchina.

Diversi individui tentarono di chiedere un riscatto e vennero interrogati e arrestati, ma risultarono sempre estranei alla vicenda. La bara venne ritrovata inspiegabilmente l’8 dicembre del 2011, a quasi un anno di distanza. Nel corso di questo periodo erano state effettuate indagini e molte persone avevano offerto la propria collaborazione, ma la salma venne ritrovata a Vittuone, un paese nelle vicinanze di Milano. Si trovava in un fontanile la cui profondità arrivava circa a 3 metri.

I reali motivi del furto restano a oggi ignoti, così come gli autori del delitto. La famiglia, una volta recuperata la salma, decise di cremarla. In seguito i parenti dispersero le ceneri nelle valli del Cervino in Valle d’Aosta.

Questo caso scosse in modo profondo l’Italia, sia per la personalità coinvolta, da tutti amata, sia per la mancanza di un motivo di questo terribile delitto.

Profanazione tomba di Alfredino Rampi

Nel maggio del 2022 un atto sacrilego di profanazione tombe ha colpito il pubblico italiano. È stata profanata infatti la tomba di Alfredino Rampi, bambino di 6 anni che il 13 giugno del 1981 morì dopo essere caduto all’interno di un pozzo a Vermicino. La vicenda commosse e coinvolse tutta l’Italia.

La tomba del bambino si trova al cimitero monumentale del Verano di Roma. Un passante si è accorto che la lapide era profanata dai disegni di diverse svastiche nere impresse con ogni probabilità da un pennarello. Il passante ha allertato i militari, che hanno provveduto a dare avvio alle indagini burocratiche.

In seguito il Comune di Roma ha provveduto a ripulire la tomba di Alfredino Rampi e al restauro della stessa, dopo l’atto di profanazione.

Questi atti causano sempre grande turbamento nel pubblico e nelle famiglie coinvolte, proprio perché si parla di causare violenza all’interno di un luogo ritenuto sacro e rispettoso.

Gli addetti del settore si impegnano sempre con il massimo impegno a far sì che questi atti non avvengano ma esiste sempre la possibilità che possano accadere.

Profanazione tombe nella storia

Uno degli episodi più celebri nella storia che riguardano l’atto di profanazione tombe è quello delle tombe della basilica di Saint-Denis, in Francia.

L’atto risale al 1793, nel pieno periodo della Rivoluzione francese. Quando la monarchia cadde il 10 agosto del 1792 il governo del momento ordinò di fondere tutti i monumenti composti da bronzo, oro e argento. In questo modo si sarebbe sostenuta la lotta dei patrioti. Si aprirono quindi le tombe della necropoli dei re di Francia, riesumando e profanando le salme.

A dare l’ordine fu la Convenzione Nazionale. A oggi questo evento rimane uno dei più importanti nella storia e uno di quelli di maggior impatto, soprattutto per via del grande numero di tombe che vennero profanate.

Questi atti risalgono addirittura ai tempi degli antichi Egizi, quando saccheggiare le tombe e quindi depredarle era un vero e proprio mestiere, per quanto illegale. I ladri entravano all’interno delle tombe reali nel tentativo di raggiungere i preziosi sarcofagi e rubare quindi l’oro e i gioielli al loro interno. Spesso si trovavano tuttavia ad affrontare diverse prove e trappole. Questo ha dato vita a molte leggende e misteri nei riguardi delle tombe degli antichi egizi.

Conclusioni

La profanazione tombe è un reato deplorevole non solo dal punto di vista legale ma, soprattutto, dal punto di vista etico e morale. Profanare una tomba significa mancare di rispetto alla persona venuta a mancare e alla sua intera famiglia. La punizione per questi crimini è stabilita secondo la normativa della legge italiana e il giudizio pubblico li condanna fortemente proprio per la loro gravità.

Le famiglie che si trovano a essere vittime di questi reati possono sempre contare sul sostegno degli addetti del settore e degli impresari delle pompe funebri, che sapranno consigliare su come agire.

Onoranze Funebri Motta è da sempre a fianco delle persone, con professionalità, disponibilità ed empatia. Contattaci per un consulto.

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