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Quando una persona cara viene a mancare si sente sempre la necessità di parlare di lei. Di raccontare com’era in vita, i suoi hobby, le sue passioni, ciò che la caratterizzava. In questo moco riusciamo a sentirci più vicini a quella persona, a sentirla ancora tra di noi, ed è un modo per renderle omaggio. Per questo, fin dai tempi più antichi, esiste l’usanza dell’elogio funebre. L’elogio funebre, detto anche encomio, è una tradizione che fa ormai parte della maggior parte delle comunità. Vediamo in che cosa consiste, qual è la sua nascita e quale può essere un buon modo per scrivere un elogio funebre.

Elogio funebre: le origini

Il termine elogio deriva dal greco, dove sta a significare buona parola, buon discorso. Nei tempi più antichi esso poteva essere un’epigrafe, un panegirico, un trattato, qualunque forma letteraria avesse lo scopo di fare un buon discorso o dire una parola. Di conseguenza potevano essere pronunciati anche per una persona ancora viva ma, in linea generale, si dedicavano a chi non era venuto a mancare. L’uso moderno della parola elogio funebre fu documentato per la prima volta nel Sedicesimo secolo. Nel corso della storia della letteratura sono apparsi elogi di diverso tipo, da quelli più commoventi a quelli di ispirazione satirica. A volte un elogio, in letteratura, si può dedicare a un concetto e non invece a un defunto.

Nel caso specifico dell’elogio funebre il discorso mira a omaggiare la persona scomparsa.

Che cos’è un elogio funebre

Di che cosa si tratta nel dettaglio quando si parla di elogio funebre? Esso consiste in un discorso commemorativo dove è possibile parlare della persona che non c’è più, celebrandone le gesta, le doti, raccontando parti della sua vita.

Negli Stati Uniti si assiste di frequente a questa pratica e anzi è raro che una cerimonia non termini con un elogio. Si parla, in questo caso, sia di cerimonie religiose che laiche. In Italia questa abitudine è meno forte ma non per questo inesistente. Molte persone durante una cerimonia funebre hanno il desiderio di esprimere un proprio pensiero riguardo a chi non c’è più. Questo ha una funzione catartica e al tempo stesso è un modo per ricordare quella persona.

L’elogio funebre è una scelta del tutto personale. Non rientra negli obblighi di una cerimonia funebre e non c’è una persona apposita che ha il compito di pronunciarlo. Chiunque può proporsi per farlo, sia un parente che un amico.

Perché pronunciare un elogio funebre

Un elogio funebre non è mai un obbligo. Tuttavia molte persone sentono il bisogno di pronunciarlo e, anche se in Italia l’abitudine non è così radicata, sta iniziando a essere una buona prassi. A volte le persone si trattengono dal farlo per timidezza o perché non si sentono a loro agio ma l’elogio funebre è un ottimo modo per dire addio a qualcuno. In questo modo, è possibile parlare della persona cara che ormai non c’è più e ricordarla.

Si tratta, in particolare, di un momento di condivisione, in cui la collettività partecipa al ricordo di chi è scomparso. L’elogio funebre ha soprattutto una potenza catartica, che ha lo scopo di esprimere e liberare quelle emozioni difficili che un lutto porta con sé. Per questo, se qualcuno ne sente il bisogno, pronunciare un elogio funebre è sempre un atto comprensibile e di grande rispetto.

Come scrivere un elogio funebre

Non esistono regole precise per la scrittura di un elogio funebre, in quanto soprattutto in tempi moderni non si tratta di un testo che ha particolari dettami da rispettare. Sebbene, di norma, il tono che si usa sia profondo e serio, non è detto che non si possa inserire qualche elemento ironico, in grado di smorzare la serietà del momento.

Tuttavia, se non si sa da dove partire e non si vuole solo mettere per iscritto pensieri in libertà, vediamo qualche consiglio per scrivere un buon elogio funebre.

Pensare alla persona che non c’è più: chi era?

Il primo passo per scrivere un buon elogio funebre è pensare alla persona che non c’è più e alle sue caratteristiche principali, al legame che si aveva con quella persona. In un momento di così grande emotività è difficile riordinare i pensieri, per questo è una buona idea fare prima una scaletta di ciò che si vuole dire e solo dopo scrivere un discorso.

Si può pensare, per esempio, alla professione che svolgeva quella persona. A ciò che la caratterizzava, il suo carattere, le sue passioni. Se l’elogio è rivolto a un collega di lavoro, per esempio, si possono mettere in luce le sue qualità. Se è rivolto a un parente, si può parlare di ciò che amava fare, così come per un amico.

Pensare a ricordi assieme

Il miglior modo per far sentire il vero spirito di una persona durante un elogio funebre è di raccontare qualcosa di personale. Magari qualcosa che chi è scomparso e chi pronuncia l’elogio hanno condiviso. Se si tratta di un collega è possibile raccontare qualcosa che avveniva sul luogo di lavoro. Se si parla di un amico, ripercorrere il viale dei ricordi è sempre un buon modo per ricordare la persona che ormai non è più tra di noi.

Questo non significa che si debba rivelare ogni segreto che si è condiviso nel corso degli anni. Si può rammentare per esempio un aneddoto divertente, oppure una particolare avventura. In questo modo anche a chi non conosceva bene chi non c’è più sembrerà di conoscerlo meglio e potrà assaporare il suo ricordo e l’affetto circostante.

Scegliere il tono giusto

Per sua natura, un elogio funebre è un momento di impegno e serietà. Di conseguenza anche il linguaggio che si utilizza nello scriverlo dovrebbe essere composto, elegante e sobrio. Questo non significa tuttavia che debba essere rigido e formale. Bisogna pensare al rapporto che si aveva con la persona scomparsa ma anche a ciò che si vuole trasmettere. Strappare una risata a chi è presente al funerale, nel ricordare la persona deceduta, è un buon modo per esorcizzare le emozioni più tristi e pensare a quella persona.

Se si sta elogiando un’alta carica, o una persona che non si conosceva bene e si vuole omaggiare, è opportuno mantenere un tono sobrio. Se invece si sta parlando di qualcuno che ben si conosceva e con cui c’era un rapporto di anni e confidenza, il tono può essere più colloquiale. Le battute non sono vietate, purché siano presenti solo in una buona dose e non in modo eccessivo.

Pensare al messaggio che si vuole dare

Concludere un elogio funebre non è sempre facile. Si tratta dell’ultimo addio a una persona cara, perciò si sente una responsabilità non in differente. Per capire come concludere bisogna pensare a ciò che si vuole dare con quell’elogio. Si sconsiglia di terminarlo con un’aura di tristezza, perché la cerimonia funebre è già un momento pesante e di dolore. Sarebbe più opportuno concluderlo ricordando chi non c’è più, con un messaggio di speranza verso il futuro, magari nella promessa di onorare il suo ricordo o di continuare a svolgere qualcosa che la persona che non c’è più aveva iniziato, come un progetto.

Domandare aiuto

Scrivere un elogio funebre non è mai semplice, soprattutto se si parla di una persona a cui si era molto legati. Per questo non si deve aver timore di domande un aiuto. È possibile chiedere aiuto ad altre persone che conoscevano chi è scomparso, in modo da poter raccogliere i pensieri. Gli impresari delle onoranze funebri sono lieti di poter offrire supporto alle famiglie che hanno subito un lutto, dando suggerimenti nel caso lo si desiderasse.

Elogi funebri celebri

A dimostrazione del fatto che gli elogio funebre esistono fin dall’antichità, ricordiamo che ancora oggi se ne citano alcuni.  Tra di essi spicca per celebrità, senza ombra di dubbio, Laudatio di Catullo, un elogio funebre al fratello venuto a mancare. Composto in forma poetica, l’elogio è passato alla storia.

Un più recente elogio funebre di grande spessore è stato il discorso pronunciato da Alberto Angela al funerale del padre Piero Angela. Nel profondo e toccante elogio, Alberto Angela ha parlato delle opere del padre, ma soprattutto della sua intenzione di proseguire nell’operato iniziato dal padre. In questo modo, Alberto Angela ha reso omaggio al padre e agli anni che ha dedicato alla divulgazione, riuscendo al tempo stesso a parlare del futuro.

Elogio funebre: conclusione

Un elogio funebre è un momento toccante e un discorso che non risulta mai facile. Trovare le parole per dire addio a qualcuno è difficile. Per questo ognuno deve sentirsi libero di farlo e non devono esserci pressioni. Soprattutto, non si deve pensare al giudizio delle persone. Gli impresari delle Onoranze Funebri sono sempre a disposizione per dare suggerimenti e consigli, offrendo la loro esperienza alle famiglie.

Onoranze Funebri Motta è da sempre a fianco delle famiglie, con empatia, professionalità e umanità.

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