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Certificazione di morte, quello che c’è da sapere

Quando una persona scompare, per i famigliari e gli amici il dolore della perdita supera ogni altra cosa. In quei momenti è impossibile pensare in modo lucido e razionale a tutte le pratiche da sbrigare e a tutte le conseguenze legali che un decesso, purtroppo, comporta.

Seppur sia un periodo delicato, tuttavia, e in cui ci si vorrebbe solo dedicare al ricordo della persona scomparsa, vi sono alcuni processi burocratici che non possono essere rimandati. Tra questi documenti, di natura legale e necessaria, si trova la certificazione di morte.

Gli impresari delle pompe funebri, da sempre vicini alle famiglie e al loro dolore, sono preparati ad affrontare il difficile percorso della burocrazia. Per questo, è sempre bene richiedere il loro sostegno e supporto, al fine di liberarsi dal carico emotivo e pratico della burocrazia presente in questi casi.

Che cos’è nel dettaglio la certificazione di morte? Scopriamolo.

 

Certificazione di morte, che cos’è

Per certificazione di morte si intende un documento dal valore legale utilizzato per attestare e confermare il decesso della persona estinta.

La certificazione di morte è rilasciata dal Comune di residenza della persona deceduta, su richiesta. Questi non è da confondere con l’atto di morte, vale a dire un ulteriore documento attraverso il quale le pompe funebri comunicano la dipartita di una persona.

In momenti come questi, la maggior parte della burocrazia primaria viene lasciata, dove possibile, agli addetti delle pompe funebri, in modo da concedere alla famiglia il tempo per elaborare il lutto. Può capitare che siano gli stessi addetti delle onoranze funebri a fornire alla famiglia più di una copia della certificazione di morte, utile a completare ulteriori pratiche burocratiche.

Nella certificazione di morte si trova il nome, il cognome, e lo stato civile della persona estinta, oltre al luogo e alla data del decesso. In ultimo, è presente il numero di registrazione dell’atto di morte.

Tutti i dettagli anagrafici sono quindi presenti, in modo da attestare la dipartita della persona di cui si richiede la certificazione.

 

Certificazione di morte, chi può richiederla

La certificazione di morte è un documento accessibile a chiunque conosca gli estremi anagrafici della persona deceduta. Di norma, tuttavia, sono i parenti più stretti del defunto a richiedere la il certificato, in quanto utile ai fini della burocrazia.

Gli eredi, in particolare, hanno necessità di avere la certificazione di morte, per poter concludere determinate pratiche legate alla successione della persona defunta.

 

Certificazione di morte, come e dove richiederla

La certificazione di morte viene rilasciata dal Comune di residenza della persona deceduta, o da quello nel quale la suddetta persona è venuta a mancare. In particolare, la certificazione va richiesta:

  • Comune di residenza: quando il soggetto estinto è deceduto nel proprio comune di residenza oppure, anche se così non è, tale decesso sia stato trascritto nei registri di stato civile del comune;
  • Comune in cui è avvenuto il decesso: quando la persona è venuta a mancare in un Comune differente dal proprio di residenza.

È possibile procedere poi con la richiesta della certificazione di morte compilando un modulo apposito e consegnandolo all’URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico), all’Ufficio Anagrafe, o a quello di stato civile.

Di norma, queste richieste vengono fatte di persona, recandosi direttamente negli uffici. Tuttavia, complice la progressione digitale degli ultimi anni, in caso di necessità è possibile fare richiesta anche in via telematica.

Se non si ha possibilità di recarsi di persona agli uffici appositi, infatti, è possibile fare domanda per la certificazione nei seguenti modi:

  • tramite fax, al numero indicato dal Comune;
  • via pec, utilizzando l’indirizzo di posta elettronica certificata indicata dal Comune;
  • tramite posta, all’indirizzo indicato dal Comune;
  • coi servizi online, se predisposti dal Comune, seguendo le istruzioni presenti sull’apposito sito.

Se anche si utilizzano i servizi telematici, che in determinati casi permettono di risparmiare tempo, è sempre necessario firmare il modulo e allegare una copia del documento d’identità di chi richiede la certificazione.

Il rilascio del documento è gratuito e, di norma, avviene nell’arco di pochi minuti se ci si reca di persona presso il Comune. Nel caso si faccia richiesta online, invece, l’attesa si aggira attorno ai due giorni. Se la procedura è stata avviata via posta, i tempi possono allungarsi.

 

Certificazione di morte, a che cosa serve?

La certificazione di morte è un documento necessario per svolgere determinate pratiche e risolvere questioni burocratiche legate alla scomparsa della persona estinta.

Il primo motivo per cui la certificazione è richiesta è la successione dell’eredità. Questa pratica, che vede i beni della persona deceduta passare agli eredi, deve essere completata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla scomparsa del parente. La successione non è sempre una pratica celere, di conseguenza è sempre bene muoversi per tempo e farsi consigliare dagli addetti delle pompe funebri, che sapranno indirizzare al meglio gli eredi. Per la successione è necessaria la certificazione di morte.

Inoltre, la certificazione è obbligatoria anche per ulteriori pratiche e servizi. Per esempio, è necessario inviarla all’INPS per richiedere la sospensione dell’erogazione della pensione, o che essa venga destinata al coniuge. Nel caso non si dichiarasse il decesso, si andrebbe incontro a conseguenze penali. Oppure, per disattivare determinati contratti, come quello telefonico, o di fornitura di servizi quali luce, gas, e acqua, si deve presentare agli addetti la certificazione di morte.

Il documento si ritiene da presentare anche nel caso si voglia fare una modifica nell’intestazione dei contratti di fornitura, nel caso in cui dei parenti vivessero nella stessa casa della persona estinta, e non volessero quindi cessare il contratto.

Per ragioni di burocrazia, la certificazione di morte si ritiene obbligatoria anche quando si richiedono nel proprio luogo di lavoro i giorni stabiliti dalla legge per il lutto, vale a dire il permesso di lutto. Di norma, si contano 3 giorni l’anno.

La certificazione di morte è quindi necessaria per tutto ciò che concerne le pratiche, i contratti, e l’eredità relativa alla persona deceduta. Per questo, l’agenzia di pompe funebri di norma fornisce più di una copia agli eredi, in modo che possano completare le suddette pratiche.

 

Autocertificazione di morte, che cos’è?

L’autocertificazione di morte sostituisce, in determinati casi, la certificazione di morte. Si tratta di una dichiarazione, scritta e firmata dal richiedente, atta a testimoniare il decesso di una persona.

Questa autocertificazione ha il vantaggio di permettere a chi la utilizza di risparmiare del tempo, in quanto non deve attendere il tempo necessario al Comune di fornire la certificazione di morte.

Nel caso di un’autocertificazione non sarà necessario recarsi al Comune, poiché basta, appunto, un modulo appositamente firmato.

Autocertificazione, quali utilizzi

Secondo l’articolo 15 della legge n.183 del 2011, gli organi della Pubblica Amministrazione non possono più domandare la certificazione di morte che può essere invece sostituita dall’autocertificazione. Infatti, l’autocertificazione si utilizza di norma per le comunicazioni che fanno riferimento agli uffici della Pubblica Amministrazione.

Nel caso si parli di soggetti privati, invece, la richiesta di autocertificazione o certificazione è soggettiva. Un privato può rifiutare un’autocertificazione e domandare al suo posto una certificazione di morte rilasciata dal Comune. Poiché si tratta di un pieno diritto del soggetto privato, non è possibile rifiutare questa richiesta e, all’occorrenza, dovrà essere fornita appositamente data dal Comune.

Autocertificazione, come farla?

Nel caso si necessiti di un’autocertificazione di morte, è possibile trovare su diversi siti degli uffici della Pubblica Amministrazione dei modelli che possono essere scaricati e modificati all’occorrenza.

È possibile anche scrivere l’autocertificazione da zero, di proprio pugno. Per farlo, tuttavia, è necessario ricordarsi di alcuni dati fondamentali che vanno scritti sull’autocertificazione.

  • Dati anagrafici del dichiarante, come nome, cognome, luogo e data di nascita;
  • Grado di parentela tra il soggetto dichiarante e la persona deceduta, per esempio discendente, ascendente, coniuge, fratello, sorella;
  • Dati anagrafici della persona defunta, come nome, cognome, luogo e data di nascita;
  • Informazioni relative al decesso quali il luogo e il giorno in cui la persona è venuta a mancare.

Al termine dell’autocertificazione è necessario apporre la frase “consapevole delle sanzioni penali di cui agli articoli 75 e 76 del D.P.R. n. 445 del 2000, previste in caso di dichiarazioni mendaci o non veritiere”.

Va da sé infatti che un’autocertificazione fasulla è punibile ai sensi della legge. In caso di dichiarazioni false, quindi, il soggetto che l’ha scritta andrà incontro a conseguenze penali. L’autocertificazione va firmata dal soggetto dichiarante ed è necessario allegare la fotocopia di un documento valido di identità.

 

Conclusioni

Richiedere la certificazione di morte è uno dei momenti più dolorosi da affrontare quando si viene travolti da un lutto. L’idea che un avvenimento simile, così grave, debba essere sottoposto a burocrazia, si scontra spesso con le emozioni della famiglia che durante la preparazione del funerale a tutto vorrebbe pensare, meno che ai documenti pratici.

Per questo motivo è sempre consigliabile rivolgersi agli impresari delle pompe funebri, addestrati e istruiti per stare al fianco delle famiglie in questi momenti difficili. Grazie al loro aiuto, il peso dell’organizzazione del funerale, e delle successive pratiche da svolgere, sarà meno gravoso sulle spalle della famiglia. Clicca qui per richiedere l’assistenza delle Onoranze Funebri Motta nel rilascio della certificazione di morte.

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